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Anno: 2024

La sanità in Calabria del commissario Occhiuto: fondi inutilizzati e 252 milioni per l’emigrazione sanitaria

I ministeri della Salute e delle Finanze continuano a bacchettare la regione, commissariata da 14 anni: «Non risultano case di comunità attive, né ospedali di comunità attivi», il costo dei pazienti che si cura extra-regione è enorme e le cospicue risorse assegnate non vengono spese. Ombre anche sull’uso dei fondi Covid e su Azienda zero, ente di governance della sanità calabrese. Con lo spettro dell’autonomia differenziata, la situazione è allarmante

Tagli alla sanità vibonese per 10 milioni: la Conferenza dei sindaci si riunisce su input degli attivisti. Romeo: «Battaglia sinergica»

La decisione drastica del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di tagliare circa 10 milioni di fondi destinati alla sanità vibonese, ha scatenato fortissime preoccupazioni tra i sindaci del territorio, i quali temono che i cittadini possano subire gravi conseguenze sul piano dell’assistenza sanitaria. Per questo il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, Comune capofila della Conferenza dei sindaci, ha indetto la convocazione dell’assemblea per il 26 luglio alle ore 12 nella Sala consiliare del Municipio di Vibo, indirizzando l’invito anche al commissario straordinario dell’Asp Antonio Battistini. L’incontro servirà per discutere sulla possibilità di richiedere la revoca o la modifica del Decreto del commissario ad acta (Dca) n. 92/2024 che, appunnto, riguarda la ripartizione del fondo regionale tra le varie province calabresi.

L’obiettivo è quello di garantire la continuità delle cure e dei servizi sanitari forniti ai cittadini. Si tratta di un momento cruciale per il Vibonese. Sul punto, abbiamo sentito lo stesso sindaco Romeo che ha precisato: «Abbiamo convocato l’assemblea per discutere sul ricorso presentato al Tar già il 19 luglio, data del mio insediamento in Comune, per impugnare la diminuzione dei fondi messi a disposizione per la nostra Asp dalla Regione. Il ricorso è stato proposto dall’associazione vibonese Città attiva – ha sottolineato Romeo – che da tempo si sta interessando moltissimo di sanità, fondi e servizi. Vorremmo dunque sostenere questa iniziativa, ecco perché mi è sembrata opportuna la convocazione. Vediamo estremamente grave la situazione della nostra sanità provinciale, anche in prospettiva di questo pesantissimo taglio. Inutile oramai parlare di migliorie nei servizi, quando in realtà essi sono in diminuzione. Alla luce di quanto sta accadendo, con l’incremento dei fondi per l’Asp di Crotone – circa 19,1milioni di euro – e questo enorme taglio per noi, non si parla più di efficienza ma di vero e proprio depauperamento dei sevizi».

Il fondo provvisorio per l’Asp di Vibo prevedeva (secondo il Decreto n. 217 del 3 agosto 2023) 298.

169. 530,70 euro. Con l’ultimo decreto, il n. 92 del 2024, sono stati assegnati invece 289. 909. 563,26 euro. Con una differenza, quindi, di 10. 259. 967,44 euroLa convocazione nasce proprio su iniziativa l’Osservatorio civico Città Attiva (rappresentato dalle coordinatrici Daniela Primerano e Francesca Guzzo), nato un anno e mezzo fa, e da Insieme per il bene comune. «Appena abbiamo appurato del Decreto n. 92 ci siamo immediatamente attivate – ci ha fatto sapere l’avvocato Guzzo -, scoprendo che l’ingiusta sottrazione di circa 10 milioni di euro all’Asp non ha alcuna motivazione. Quest’amara realtà di penalizzazione per tutti i cittadini, che si unisce al fortissimo senso di frustrazione per la mancanza totale di impegno trasversale della politica che si volta dall’altra parte mentre tutto continua a peggiorare, ci ha spinti ad autotassarci ed a presentare un ricorso al Tar di Catanzaro, firmato dall’avvocato Inconio Massara. Il nostro cammino, che va avanti senza sé e senza ma da oltre un anno e mezzo, con sit-in di protesta ogni ultimo sabato del mese davanti all’ospedale Jazzolino di Vibo, ci ha portati a cogliere anche il supporto delle associazioni Insieme per il bene comune, del Comitato San Bruno e dell’associazione La Risposta – entrambi di Serra San Bruno -. Stiamo facendo tutto questo per tutti i figli di questa terra – prosegue Guzzo -, per vederci riconosciuta quella dignità che ci spetta di diritto».

«Nel primo Decreto, inoltre, era stato promesso uno stanziamento di fondi, non una sottrazione. Da qui nasce il nostro ricorso. Ci rifiutiamo di accettare che ci venga tolta anche questa misera briciola che ci danno come fosse una gentile concessione. Abbiamo deciso di presentare un ricorso avverso questo inaccettabile provvedimento perché è allucinante vedere che i cittadini non vengano idoneamente tutelati dagli amministratori a ciò preposti, che per lavoro hanno scelto di difendere il diritto alla salute ma in realtà fanno altro. Noi, attraverso questo ricorso – prosegue Guzzo -, lamentiamo il depauperamento dei servizi. Se ci tolgono 10milioni di euro i Livelli essenziali di assistenza resteranno solo un sogno e con essi anche un trattamento sanitario degno di un paese civile. Sulla scorta di tutto questo, a cui vogliamo dire basta – ha poi concluso -, ci siamo rivolti al sindaco di Vibo Enzo Romeo. Avendo compreso l’enorme gravità della situazione di tutta la provincia, si è attivato immediatamente convocando l’assemblea per giorno 26. Da questa conferenza ci aspettiamo dunque che esca fuori la questione politica del problema, perché si sta facendo un danno enorme alla Calabria».

Sanità vibonese, pronte le Centrali operative territoriali di Pizzo e Nicotera: «Servizi più vicini ai cittadini». A settembre il via

«Da questa mattina ha avuto inizio l’attività di “riscaldamento” delle due Centrali operative territoriali (Cot) realizzate rispettivamente nei Poli sanitari di Pizzo Calabro e Nicotera»È quanto si legge in una nota dell’Asp di Vibo Valentia guidata dal commissario Antonio Battistini.

«L’avvio della operatività – prosegue la nota – delle due postazioni è avvenuto questa mattina in entrambi i presidi, alla presenza dei vertici aziendali, dei sindaci del territorio, di Associazioni di cittadini e di alcuni rappresentanti sindacali. Le opere sono state realizzate con fondi Pnrr e devono rispondere a requisiti strutturali e a tempistiche cogentiPer questo motivo l’Azienda ha proceduto al reclutamento e alla formazione delle prime unità di personale in urgenza, mentre è ancora in corso la formazione del personale ospedaliero che dovrà condividere con le Cot le procedure e i criteri di ammissione e dimissione dei pazienti».

Nella nota viene specificato che «la Centrale operativa territoriale è uno snodo operativo determinante per rafforzare la medicina del territorio; ammissioni e dimissioni protette e programmate come da Pnrr, ricerca di posti letto, telemedicina, assistenza domiciliare e collegamento con i medici di medicina generale e con le strutture sanitarie anche intermedie saranno il “core business” di queste opere, alle quali è dedicato, secondo i dettami del Dm 77, personale sanitario e amministrativo».

«Le procedure di attivazione proseguiranno con la visita, nei prossimi giorni, di un dirigente indipendente per la verifica dei requisiti – conclude la nota -, a premessa della piena operatività, prevista per la prima settimana di settembre in linea con la tempistica del Pnrr. L’obiettivo è fornire al cittadino un punto di riferimento certo in grado di soddisfare più bisogni, e l’ubicazione nelle due sedi risulta strategica per il territorio».

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